La visita è fissata per il 27 ottobre 2019 con inizio alle ore 10.30.
Punto di incontro ingresso del Centro Culturale Altinate San Gaetano ore 10.15.
La quota di partecipazione per la visita guidata alla Mostra è:
- Soci: €16,00 (sedici/00 Euro);
- Non Soci: €18,00 (diciotto/00 Euro).
Per una migliore organizzazione dell’evento si prega di prenotare quanto prima.
Vi aspettiamo numerosi!
ALCUNE NOTE SULLA MOSTRA: L’EGITTO DI BELZONI – Un gigante nella terra delle piramidi
Autore di imprese al limite dell’impossibile, padre dell’egittologia moderna, Giovanni Battista Belzoni è paradossalmente poco noto nei libri di Storia.
Nato nel 1778 a Padova, il vero cognome era Bolzon ma in seguito cambiò nome. Cominciò a lavorare come barbiere nella bottega del padre, a 16 anni si trasferì a Roma dove studiò ingegneria idraulica, affascinato dalle rovine della capitale, si avvicinò al mondo dell’archeologia. Si fece monaco ma rinunciò ai voti per dedicarsi a quella che era la sua passione, i viaggi. Il primo viaggio fu a Parigi, il secondo viaggio fu nei Paesi Bassi. Rientrato a Padova rimase invischiato in disordini politici e per evitare di essere imprigionato partì di nuovo.
Nel 1803 si recò in Inghilterra dove restò per nove anni e prese la cittadinanza. Si sposò con Sarah Banne una ragazza inglese di Bristol che lo accompagnò in quasi tutte le sue avventure.
Dopo diversi viaggi, tra Spagna Portogallo e Sicilia, arrivò a Malta.
Il 9 giugno 1815 sbarcò ad Alessandria d’Egitto e subito dopo raggiunse il Cairo dove rimase estasiato dalle bellezze archeologiche.
Tre furono i suoi viaggi archeologici in Egitto: il primo fu nel 1816, il secondo nel 1817 e il terzo nel 1918.
Durante il primo viaggio (30 giugno 1816 – 15 dicembre 1816) si recò a visitare il tempio di Abu Simbel, scoperto da Burckhardt, senza però riuscire ad entrarvi nonostante numerosi tentativi.
Fu durante il secondo viaggio (20 febbraio 1817 – 21 dicembre 1817) che riuscì ad entrare per primo nel tempio di Abu Simbel al cui interno però non trovò tutti i tesori che si aspettava.
A seguito di questi suoi viaggi fu definito “Esploratore infaticabile”.
“Belzoni si sottopone a sforzi fisici enormi, si adatta a vivere in condizioni estreme all’interno di tombe, a soffrire il caldo, la sete e la fame. Tra le varie imprese al limite dell’impossibile: trasporta il busto colossale del “giovane Memnone”, del peso di circa 7 tonnellate, da Tebe ad Alessandria e da lì a Londra, opera ritenuta impossibile da compiere al tempo; il disseppellimento del tempio roccioso di Abu Simbel; il trasporto in Inghilterra dell’obelisco di File alto 7 metri; gli scavi nel tempio di Karnak; la scoperta della tomba del faraone Seti I; il ritrovamento dell’ingresso nella piramide di Chefren, allora ritenuta priva di varchi di accesso E ancora a lui si deve la scoperta della città di Berenice, sul Mar Rosso.
Nel 1819 torna a Padova, dove viene accolto come un eroe ma la sua fame di scoperta non si arresta. Nel 1823 parte nuovamente per l’Africa, questa volta è attratto dalle sorgenti del Niger, allora sconosciute: tutti gli esploratori che si erano addentrati lungo il corso del fiume, non avevano fatto più ritorno. E questo viaggio sarà fatale anche per lui. Muore in circostanze poco chiare, forse per avvelenamento o forse per una malattia tropicale, il 3 dicembre a Gatwo (oggi in Nigeria) a soli 45 anni.”
Esploratore, ingegnere, pioniere dell’archeologia moderna, padre dell’egittologia mondiale, il padovano Giovanni Battista Belzoni è stato l‘esploratore più importante e meno ricordato del XIX secolo, protagonista di una vita straordinaria e avventurosa poco conosciuta in Italia.
Nonostante le sue numerose e importanti scoperte, per conto soprattutto dei britannici, Belzoni non è stato particolarmente celebrato e il suo nome è ricordato solo in pochi libri, anche se molti reperti custoditi nel British Museum di Londra recano la sua firma. Nel campo dell’archeologia egizia fu considerato per lungo tempo un modello da imitare dagli esploratori che lo seguirono e molti furono gli esperti ed i critici di egittologia che lo stimarono e lo additarono come esempio.
La mostra racconta e rende omaggio ad una vita avventurosa e ricca di imprese. Il percorso espositivo alterna sistemi di visita tradizionali a momenti di grande impatto emotivo, grazie a tecnologie immersive, effetti multisensoriali e riproduzioni in scala reale.
Gli ambienti storici, ricostruiti con la massima precisione, diventano spazi scenici che coinvolgono in spettacoli teatrali e in giochi d’acqua virtuali. L’alternarsi di spazi stretti e labirintici, che evocano l’attraversata nei cunicoli delle piramidi da parte di Belzoni, e di spazi più ampi suscita continuamente il desiderio di vedere che cosa accadrà dopo.